Tab Article
Da eroe a intruso, da scomodo nemico fino a prezioso alleato. Il destino dell'inviato di guerra è sempre stato mutevole e problematico. Questo viaggio, lungo oltre un secolo e mezzo, ne ripercorre le principali fasi storiche: dal calamaio usato da William Russell nel 1853, passando per il telegrafo, la radio e la tv, fino alla Rete e al web 2.0. Con la suola delle scarpe intatta e i polpastrelli consumati. La nuova era del giornalismo di guerra è indissolubilmente legata al mondo delle nuove tecnologie: blog, social media e smartphone. Le primavere arabe in Egitto e Libia ne costituiscono il caso più recente ed emblematico, seppur con numerosi interrogativi. Le interviste agli inviati Cristiano Tinazzi, Fausto Biloslavo, Mimosa Martini e Giovanni Porzio illustrano un possibile futuro del mestiere, capace di rinnovarsi costantemente e trovare nuove vie di espressione per scrivere - o twittare nuove pagine di storia.